Lavorando sul Metodo Ronit®, capisco che non mi basta più eseguire bene tecnicamente un movimento; sento sempre più l’esigenza di elaborarlo, di sentirlo nelle viscere e che mi coinvolga tutto il corpo. Non è facile riuscire a percepire tante parti del corpo contemporaneamente, come piedi, scapole, bacino, ecc. Ci vuole una forte consapevolezza che questo metodo risveglia. Ne sono testimone.
Questo metodo mi sta insegnando come gestire la mia scoliosi. Ero molto storta, non centrata, avevo un fianco diverso dall’altro; ora, invece, riesco a raddrizzarmi con coscienza dall’interno. Usando tutto quello che posso, sento come il mio fianco adesso fa quello che gli dico io senza fare alcuno sforzo. Mentre danzo, mi piace ascoltare il percorso di un movimento, la sua evoluzione e la sensazione che dà nel farlo, e sentire che ogni pezzettino del corpo fa la propria parte.
All’età di 16 anni mi sono accorta di avere un fianco diverso dall’altro, dovuto a una scoliosi ereditaria. I medici mi hanno prescritto un corsetto per evitare l’avanzamento della patologia. Per molti anni pensavo di aver risolto la cosa, ma quando ho iniziato a fare danza con Ronit, grazie a lei che costantemente me lo faceva notare, ho capito che il problema persisteva. Danzando, sentivo più sensibilità dalla parte destra del corpo, mentre l’altra era come se non esistesse.
Il mio approccio al Metodo Ronit®
Con l’approccio al Metodo Ronit® riesco a risolvere il problema della mobilità, sentendo tutte le parti in egual misura. Ho cominciato con l’ascolto corporeo: mettendomi seduta su una sedia, ho sentito l’appoggio sugli ischi sia dalla parte destra che sinistra. Anche in piedi, grazie alla mobilità ritrovata, riesco a spostare il fianco dall’interno con l’aiuto dei muscoli scheletrici in maniera naturale per essere dritta. Con il metodo Ronit riesco anche a eliminare i dolori causati da posture errate come la mia.
Questo è possibile grazie al metodo della visualizzazione: portando l’attenzione sul punto dolorante e visualizzando quel preciso punto, riesco a muovere i muscoli scheletrici che mi permettono di bypassare il dolore. Elimino anche i dolori dovuti alla tensione che si accumula sulle spalle grazie alla mobilità delle scapole verso l’alto e verso il basso. Tutto questo lavoro così minimalista e dettagliato, applicato in contemporanea alla danza, porta alla bellezza della postura e all’estetica del movimento, permettendomi di eseguire anche movimenti molto complessi come i plurimovimenti.
Benedetta Bianchi